Nelle ultime 24 ore, il petrolio greggio è sceso dell'1,48% chiudendo a 53,34 dollari al barile. Sul fronte dei dati macro, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha minacciato di introdurre immediatamente nuove tariffe sulle importazioni cinesi se il presidente cinese Xi Jinping non parteciperà al summit del G-20 previsto per la fine di questo mese. Questa non è la prima volta che Trump minaccia nuove tariffe: solo il mese scorso ha minacciato di introdurre tariffe per altri 300 miliardi di dollari di beni cinesi se un accordo commerciale non fosse raggiunto "presto". Il ministero degli esteri cinese ha detto oggi che è pronto per più negoziati commerciali, sebbene non siano state pubblicizzate date specifiche per i prossimi negoziati.
Durante la sessione asiatica, la quotazione del petrolio greggio è stata di 53,48$, in aumento dello 0,26% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la quotazione potrebbe trovare supporto a 52.84$ seguito da 52.19$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 54.34$, seguito da 55.19$.
Nello stesso tempo, l'XAU/USD è diminuito dello 0,16% chiudendo a 1332,00 dollari l'oncia. Nella sessione asiatica, la quotazione dell'oro è stata di 1333,20, in aumento dello 0,09% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la quotazione potrebbe trovare supporto a 1329,90$ seguito da 1326,60$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1335.60$, seguito da 1338.00$.
Contemporaneamente, l'XAG/USD è sceso dello 0,84% chiudendo a 14,69 dollari l'oncia. Nella sessione asiatica, la quotazione dell'argento è stata di 14,70$, in leggero aumento rispetto alla chiusura di ieri. In caso di discesa, la quotazione dell'argento potrebbe trovare un supporto a 14.61$ seguito da 14.52$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 14,80$, seguito da 14,90$.
Ieri, la Piazza Affari ha terminato la giornana in territorio positivo a +0,61% con l’indice Ftse Mib a quota 20.484,99 punti. Sul listino milanese Tenaris (+3,21%) e Buzzi (+2,38%), mentre sul comparto bancario si segnalano Uni Banca (+3,32%) e Unicredit (+2,22%). Sul fronte dei dati macro, l'Istat ha annunciato che ad aprile l’indice destagionalizzato è calato dello 0,7% su base mensile e nella media del trimestre febbraio-aprile, permane comunque una variazione positiva (+0,7%) rispetto al trimestre precedente. Su base annua e corretto degli effetti di calendario, la produzione industriale italiana di aprile è diminuita dell’1,5%.
Questa analisi non intende essere un invito o un suggerimento ad operare, ma solo una personale e momentanea visione, dell'autore, relativa allo strumento finanziario in analisi.
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