Oggi il “dollar index”, il quale mette in relazione il biglietto verde a un paniere delle principali divise internazionali, frena rispetto al massimo da una settimana toccato a 95,775. Nel primo pomeriggio EUR/USD si riporta in area 1,15, in mattinata il cambio era risalito fino a 1,1527 dopo una flessione nella seduta di ieri di oltre mezzo punto percentuale. Il dollaro/yen scambia in area 112,50, in lieve calo, dopo un minimo di seduta a 112,44. Invece, secondo i dati macro il superindice dell'economia statunitense redatto dal gruppo di ricerca privato Conference Board, è cresciuto a settembre, il dato è aumentato dello 0,5%, proprio come atteso.

Le minute del meeting Fed del 25-26 settembre mostrano che tutti i membri del Fomc sono favorevoli al processo di salita dei tassi di interesse e sul fatto che i rendimenti di mercato cresceranno ancora, nonostante l'auspicio contrario del presidente Usa Donald Trump. In una nota Goldman Sachs spiega che il contenuto delle minute conferma la previsione di un ulteriore rialzo dei tassi a dicembre di quest'anno e di altri due nel 2019, ma non manca chi in prospettiva ipotizza una linea ancora più restrittiva della banca centrale Usa.

Indici; Stoxx600 + 0,2% a 364,3, FTSE + 0,2% a 7069, DAX + 0,3% a 11748, CAC-40 + 0,2% a 5157, IBEX-35 -0,2% a 8980, FTSE MIB -0,1% a 19430, SMI + 0,5% a 8797, S & P 500 Futures -0,3%

Il barile di Brent, il greggio di riferimento del mare del Nord cala di 96 cents a 79,09 dollari, mentre il West Texas Intermediate cede 86 cents a 68,89 dollari.

Questa analisi non intende essere un invito o un suggerimento ad operare, ma solo una personale e momentanea visione, dell'autore, relativa allo strumento finanziario in analisi

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