Un'altra crisi finanziaria è già iniziata, anche se è ancora molto difficile valutarne l'entità. Diversi esperti hanno affermato che l'impatto economico della pandemia e la conseguente quarantena totale, sarebbe paragonabile a quello della seconda guerra mondiale. In questa fase, considererei questa previsione pessimistica, anche se non è da escludere. Vorrei ricordarvi, che la maggior parte delle aziende sono costrette a rimanere in quarantena, e di conseguenza, a licenziare o mandare parte dei loro dipendenti in ferie non retribuite. Perciò, solo durante la prima settimana di quarantena negli Stati Uniti, il numero di richieste iniziali di disoccupazione è aumentato di 3,3 milioni, a fronte di una media di sole 200 mila. Naturalmente, questa notizia ha messo sotto la pressione il dollaro USD.
Un'altra pressione sulla valuta statunitense, è stata esercitata dalle informazioni relative alla volontà del governo USA di stanziare più di 2.000 miliardi di dollari di assistenza finanziaria alle imprese, e alla popolazione degli Stati Uniti. Come sappiamo, venerdì 27 marzo, Donald Trump ha firmato la corrispondente legge sulle assegnazioni di 2,2 dollari, riportando così l'indice USDX al livello più basso dalla metà del mese. Tutti questi fattori ed altri ancora, hanno fatto crollare il dollaro di oltre il 5% in pochi giorni. A tale proposito, vorrei soffermarmi sulla coppia valutaria GBP/USD, la quale ha registrato un rafforzamento di quasi il 9% nello stesso periodo. Questo aumento è stato dovuto non solo all'indebolimento del dollaro USA, ma anche ad un rafforzamento generale della sterlina inglese rispetto alla maggior parte delle valute, tra cui JPY e EUR.
E ora passiamo al mercato del petrolio. La prima giornata di negoziazione della settimana è iniziata con un gap al ribasso - il prezzo di apertura del mercato, era inferiore al prezzo di chiusura di venerdì di circa 1$ o 5%. La ragione di un'altra ondata delle vendite, è stata dovuta all'informazione secondo la quale le compagnie petrolifere non hanno un posto dove conservare il loro petrolio. Al momento, non si parla né del rafforzamento del commercio né dell'aumento della domanda fisica di materie prime, bensì del rischio di un'ulteriore diminuzione del prezzo dell'oro nero. Tuttavia, a lungo termine non è possibile che i prezzi del petrolio greggio restino a 20 dollari o anche meno. Di conseguenza, ogni aggiornamento dei minimi è un'opportunità per aprire una posizione lunga ad un prezzo più basso. Ma allo stesso tempo, i trader che scelgono questa strategia, dovrebbero tenere conto del rischio di un eventuale ribasso a breve termine.
Questa analisi non intende essere un invito o un suggerimento ad operare, ma solo una personale e momentanea visione, dell'autore, relativa allo strumento finanziario in analisi.
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