Nelle ultime 24 ore, l'AUD è diminuito dell'11,24% rispetto al dollaro USA, chiudendo a 0,6128 dollari. Durante la sessione asiatica, la coppia di valute AUD/USD è stata quotata di 0,6130$, in leggero aumento rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 0.6070$ seguito da 0.6010$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 0,6202$ seguito da 0,6274$.
Nelle ultime 24 ore, l'USD è diminuito del 2,26% rispetto allo JPY, chiudendo a 107,66 dollari. Sul fronte dei dati macro, nel primo trimestre 2020 l'indice Tankan stilato dalla Bank of Japan è calato a -8 punti da 0 punti del quarto trimestre 2019 (5 punti nel terzo). Il dato è migliore rispetto ai -10 punti del consensus di Quick ma si attesta sui minimi dai -12 punti del quarto trimestre 2012. La componente in prospettiva dell'indice è invece scesa a -11 punti dallo zero precedente (2 punti nel terzo trimestre) ma sopra i -14 punti attesi dagli economisti.
Ulteriore frenata in marzo per l'attività manifatturiera del Giappone, che rimane sotto la soglia che separa crescita da contrazione per l'undicesimo mese consecutivo. L'indice Pmi Jibun Bank stilato da Markit è infatti sceso lo scorso mese a 44,8 punti dai 47,8 punti di febbraio (48,8 punti in gennaio). Il dato conferma la lettura preliminare e si attesta sui minimi dall'aprile 2009.
Durante la sessione asiatica, la coppia di valute USD/JPY è stata quotata di 107,66$, in leggero rialzo rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 107.04$ seguito da 106,41$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 108,51$ seguito da 109,35$.
Il Pmi della Cina elaborato da Markit/Caixin è salito in marzo a 50,1 punti dai 40,3 punti precedenti, quando si era attestato sui minimi dal 2004. Il dato si confronta con i 45,5 punti del consensus di Reuters. A meno di un'ora dal termine degli scambi Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 sono in ribasso di circa lo 0,50% e lo 0,30% rispettivamente, contro un declino intorno allo 0,30% anche per lo Shenzhen Composite. Molto male Hong Kong: l'Hang Seng perde infatti oltre il 2,50% (e l'andamento è poco migliore per l'Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell'ex colonia britannica per la Corporate China, in flessione di più del 2%). A Seoul anche il Kospi segna una contrazione ampiamente superiore al 2% mentre a Sydney l'S&P/ASX 200 ha registrato un rally del 3,58% in chiusura.
Questa analisi non intende essere un invito o un suggerimento ad operare, ma solo una personale e momentanea visione, dell'autore, relativa allo strumento finanziario in analisi.
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